Well, I suppose nothing is meant to last forever. We have to make room for other people. It’s a wheel. You get on, you have to go to the end. And then somebody has the same opportunity to go to the end and so on. – Vivian Maier
Ieri sera, intorno alle 21:30, mi sono infilata nelle ciabatte viola, ho messo in fretta un pigiama improvvisato e sono andata Alla ricerca di Vivian Maier. Più e più volte negli ultimi giorni avevo sentito fare il suo nome. Ma ad essere onesti non me ero curata troppo: la pigrizia finisce sempre per spuntarla con me. E, poi, io i miei punti di riferimento in fotografia li ho già: Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Brassai e William Klein. Quale altra fotografa in gamba poteva mai essere rimasta fuori dalla schiera vincente dei fotografi del ‘900?
Ora, una serie di circostanze ieri mi hanno messo in condizione di dare alla serata il titolo di Finding Vivian Maier. Dopo qualche sbadiglio e varie ricerche per niente soddisfacenti, mi sono soffermata su un film-documentario dedicato a Vivian Maier (Finding Vivian Maier – Alla ricerca di Vivian Maier), realizzato da un certo John Maloof.
A quanto pare, c’è stato qualcuno che proprio come me aveva già deciso di andare Alla ricerca di Vivian Maier. Solo munito di pazienza e scavando un po’ più a fondo. Il risultato delle sue ricerche è stato sorprendente e il lavoro che ne ha realizzato a dir poco titanico. Ma John, a differenza mia ha avuto una soffiata dalla fortuna. Come dire, la dritta giusta. E sicuramente la giusta intuizione.
Racconta John che la sua ricerca è iniziata nel 2007, quando partecipando ad un’asta trovò una scatola piena di negativi, in cui sperava di poter scovare foto d’epoca per la sua ricerca di storia. Fatto sta che John si aggiudicò la scatola per la cifra di 380 dollari. Tutto ciò che la casa d’aste fu in grado di dirgli era che quei negativi appartenevano ad una certa Vivian Maier. Niente di più.
Soldi buttati via quando capì di non avere in mano nulla per la sua ricerca; entusiasmo alle stelle quando scoprì il successo che le prime 200 foto di Vivian Maier, messe in rete su un blog fotografico, avevano avuto tra il popolo del web. Da qui in poi il suo unico obiettivo è stato quello di saperne di più su quella misteriosa donna chiamata Vivian Maier. Anche a costo di bussare porta a porta, John avrebbe rimesso insieme i pezzi di un puzzle mai iniziato.
Ma insomma chi era Vivian Maier?
Vivian Maier, nata il 1 febbraio 1926 a New York (e morta il 21 aprile 2009), è stata quella che oggi chiameremmo una fotografa di strada. Nonostante la sua nascita in America, trascorse gran parte della sua infanzia in un paesino tra le montagne francesi, di cui sua mamma era originaria. Nel 1951 la Maier tornò negli Stati Uniti, dove iniziò a lavorare come baby sitter. Non avrebbe potuto scegliere lavoro migliore per avere tempo sufficiente da trascorrere in strada con la sua rolleiflex.
Scattò foto ovunque e a chiunque nel corso degli anni, lasciando oltre 100.000 negativi, su cui erano impressionate per lo più le black window di Chicago e New York. Vivian lasciò traccia di sé in ogni suo scatto, registrazione o filmato documentando con appassionato, per non dire maniacale, desiderio tutto ciò che catturava il suo interesse.
Nel film documentario Alla ricerca di Vivian Maier, John Maloof mette insieme una serie di testimonianze di quei bambini ormai cresciuti, che la Maier aveva accudito in età infantile. Ebbene, quello che ne risulta è qualcosa di intrigante. È il ritratto di una donna labirintica, dalle mille sfaccettature. Non sempre chiara, non sempre limpida.
Chi ha parlato di Vivian Maier l’ha definita paradossale, coraggiosa, misteriosa, eccentrica, insolita e riservata. Difficile trarne un quadro completo. Ma quel che è certo è che la sua fotografia parla una lingua tutta sua, eppure comprensibile al mondo intero. Chissà che la sua fotografia non era altro se non un modo di esprimersi con la sua vera voce, quella che ha sempre tenuto nascosta in camere sommerse di giornali e cimeli di ogni tipo.
Oggi è facile chiamarla fotografa, ma dietro ogni scatto Vivian Maier nascondeva un disagio e delle difficoltà che spesso non riusciva a far emergere, se non con le sue foto, che si è guardata bene di tenere sempre nascoste fino alla morte.
Ad ogni modo, la mia ricerca su Vivian Maier è stata quanto di meglio potessi sperare nella serata di ieri. Alla fine l’ho scovata e Vivian Maier mi ha fatto il regalo sempre sognato. Il bianco e nero. Le sue fotografie. La sua arte.
Chiunque fosse interessato ad andare Alla ricerca di Vivian Maier, può evitare di fare i mille rendezvous che ho fatto io. Vi fornisco di seguito tutte le informazioni necessarie per conoscere meglio Vivian e il suo Indiana Jones, John Maloof.
Vivian Maier website: www.vivianmaier.com
John Maloof website: www.johnmaloof.com
Fatene buon uso. Ci tengo molto.
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