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Maneggio Belvedere: lì dove sorge il sole

C’è un posto, in quel di Sorano, in un confine immaginario tra la maremma toscana e la tuscia viterbese, in cui i pensieri si fanno da parte per lasciare l’anima libera. Questo posto si chiama Maneggio Belvedere, un regno di cavalli, cacciatori, distese verdi sconfinate e valori sinceri. Molto più di un comune maneggio. Direi piuttosto un’occasione per riscoprire quel Belvedere del mondo che a volte si dimentica.

Sono ormai diversi anni che con l’alchimista dorato ci rifugiamo a Maneggio Belvedere per staccare la spina di tanto in tanto. Il primo incontro con il Maneggio Belvedere, non ci stanchiamo mai di ricordarlo, fu a Capodanno di qualche anno fa, quando per caso finimmo in un trekking di 5 giorni a cavallo con -3° al sole.

Fu amore puro, un colpo di fulmine non appena salita a cavallo. Qualche sgroppata di assestamento, adrenalina alle stelle e voglia di andare. Non capivo se tremavo per il gelo che mi tagliava il viso o per la felicità di iniziare il nuovo anno nell’unico posto dove avrei voluto essere: in sella.

Una 5 giorni che mi è rimasta nel cuore, facendomi conoscere persone come poche se ne incontrano in giro. Un trekking che ha segnato l’inizio di un’amicizia e ci ha aperto le porte di un armadio in cui trovare un regno di pace.

Era proprio quello di cui avevo bisogno lo scorso weekend, quando ormai lo stress stava diventando un terzo in comodo di troppo e pensieri di ogni genere facevano campionati di curling per stare in testa. Un cambio in valigia, stivali, cappello e via in una fuga improvvisata al Maneggio Belvedere per una domenica di trekking a cavallo tra risate, barzellette e boschi color cachi.

Il mio consiglio è partire sempre il giorno prima del trekking e avvicinarsi il più possibile al Maneggio, così da evitare levatacce mattutine che ti stroncano in partenza.

Fate tappa a Pitigliano e godetevi le meraviglie che questo raffinato paese vi offre. Non tralasciate un’ottima cena toscana all’Hostaria del Ceccottino, godetevi un buon ciliegiolo in purezza e correte ad infilarvi sotto le coperte de Il vecchio fienile, dove a svegliarvi non sarà il canto di un gallo alle 6 del mattino, ma il raglio di un asino “ferocissimo” e ostinato a fare la guardia al posto.

Sveglia alle 7:30, colazione con pane e marmellata e via al Maneggio Belvedere per prepararsi ad una giornata in sella. Ad aspettarci c’è l’abbraccio di Andrea, talmente forte da farti sentire a casa e convincerti di come non sia passato neanche un giorno dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Mesi fa. C’è poi la gioia della piccola Asia e il sorriso gentile di Brigitte, i suoi consigli e la sua revisione generale “ai motori” (sella e staffe) prima di partire.

Via che si va. Andrea capogruppo, un gran sorriso sulle labbra e una barzelletta sempre pronta ad essere declamata non appena il tono del gruppo sembra abbassarsi leggermente.

E in un attimo ci si ritrova davanti a distese verdi, Sovana, Vitozza, al lago di Mezzano, boschi, fiumi, vigneti e alle valli, ricoperte di una brina bianca che ci scricchiola sotto agli zoccoli come mille vetri infranti. E quel profumo di libertà e pace che si respira ad ogni galoppata.

Il Maneggio Belvedere: una casa, una famiglia, un sorriso, un momento di tregua dai pensieri e poi, ancora, ci sono loro, i cavalli. I cavalli.

Fate il favore, fateci un salto…

1 Comment

  • Mary
    Gennaio 26, 2016 at 11:38 pm

    Che meraviglia! Prima o poi ci andro’!

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