Ogni volta che Ghiandaia Azzurra torna a farmi visita fa sempre tanti voli pindarici prima di riprendere la storia di Scarborough Fair dal punto in cui l’aveva lasciata. E allora stai lì, a metterla a proprio agio per cercare di accelerare i tempi, e farti raccontare il viaggio di Enapai e Aylen. Potrebbe sembrarvi cosa facile, ma certe storie si fatica sempre a dirle ad alta voce. Anche a cinguettarle.
Insomma c’eravamo lasciati all’inizio del viaggio dei due Arapaho, Enapai e Aylen. La decisione di incamminarsi su strade sterrate e ombrose era stata presa. Costi quel che costi. Testardi come un mulo senza buon senso. Ora non restava che mettere il naso fuori dal villaggio e partire, armati di speranze celate e verità mai rivelate.
Ma prima c’è qualcosa che dovete sapere che ancora non vi ho detto. Immagino vi sarete chiesti il motivo per cui due giovani indiani non possano stare insieme. Perché non possano lasciarsi andare e seguire il proprio istinto in una delle cose più semplici con una naturalezza che è riservata a pochi in questo mondo. Il motivo per cui tutto ciò non era possibile? Ve lo svelo subito.
Aylen, figlia di Aquila Rossa, capo indiano di Scarborough Fair, era promessa in sposa a Cavallo Pazzo, capo tribù dei Black Foot, la più temuta tribù indiana delle terre del sud. Seppur contro la sua volontà, Aylen non aveva scelta se voleva mantenere sveglia la natura a Scarborough Fair.
Cavallo Pazzo teneva sotto scacco gli Arapaho e le tribù indiane del Nord, minacciando di ghiacciare le loro terre, a cominciare dal villaggio di Scarborough. Era lui, ora, ad avere il potere di renderle schiave e piegarle al comando della sua volontà.
Fin da tempi immemorabili Scarborough Fair era una sorta di spartiacque, che tracciava un confine di pace tra le terre del nord e quelle del sud, da sempre in un precario equilibrio destinato di lì a poco a rompersi. E così si decise di siglare un patto in cambio di una illusoria tranquillità: un’unione forzata, a discapito della vita di una giovane indiana. L’accordo era stato concluso: una promessa di matrimonio, un sacrificio insostenibile in cambio della salvezza di quelle tribù.
Un rifiuto di Aylen per la libertà di scegliere chi avere al suo fianco avrebbe segnato la fine delle tribù del Nord e della lunga tradizione degli Arapaho, delle montagne che li avevano protetti dai tanti invasori e della foresta magica abitata da fate, folletti e leprecauni che soffiavano magia sul villaggio. Ma c’era una possibilità per Aylen e una speranza per lei ed Enapai di vivere la loro storia senza pericoli se non quello di non riuscire mai più a fare a meno l’uno dell’altra. Era tempo di partire e di chiedere aiuto al Grande Spirito della Montagna che abitava sulla vetta più alta del Nord.
I grandi capi degli Arapaho, però, non li lasciarono andare senza prima aver munito i due indiani di alcuni doni, segno di speranza, rispetto e buon auspicio: pane fatato per saziarsi con poche briciole; pelle di grizzly per proteggersi dalle notti più fredde; il tomahawk di Scarborough, animato dagli spiriti di cruente battaglie; un’ampolla con la luce di Idrial, la stella più luminosa dell’est e infine il corno di Chepi, richiamo di un popolo che si teneva pronto ad un’ultima grande battaglia. Ah, stavo quasi dimenticando del sacchetto di muschio con i semi del Grande Salice. Erano semi dai poteri magici, che gli avrebbero di certo fatto comodo durante il viaggio.
E così partirono, alla volta del Nord con sogni nel cuore, speranze nella testa e la minaccia dei Black Foot che li seguiva passo dopo passo. Un paio di notti dopo la loro partenza, Enapai e Aylen videro da lontano le colonne imponenti di fumo alzate dai Black Foot in segno di guerra. Ormai la notizia della fuga di Aylen era giunta ai Black Foot e la loro vendetta non avrebbe tardato a farsi sentire.
Si stavano preparando alla guerra e a rendere le praterie di Scarborough, come anche le terre del Nord, un’unica distesa di ghiaccio e neve. Prima, però, Cavallo Pazzo doveva raggiungere i due giovani indiani e spezzare il legame unico che li univa. Perché un affronto così grande doveva essere punito. Ma non solo…perché quel sentimento così semplice e puro, nato in quella notte stellata d’autunno, avrebbe potuto spezzare il potere magico di Cavallo Pazzo.
Aylen ed Enapai dovevano essere trovati e tenuti lontani quanto prima possibile. Per gli Arapaho di Scarborough Fair era giunto il tempo di armarsi e prepararsi alla battaglia. Era arrivato il momento di alzare la testa, tendere gli archi e scagliare quante più frecce possibili per riprendersi la libertà di cui erano stati privati. Era arrivata l’ora di combattere.
La terra è sacra. Queste parole sono al centro del vostro essere. La terra è la nostra madre, i fiumi il nostro sangue. Perdere la nostra terra è come morire. L’indiano che è in noi muore con la perdita della sua terra natia. Mary Brave Bird, Lakota
Per capirne di più su questa lontana storia, date un’occhiata ai capitoli precedenti…
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