Oggi ho preso la metro e alla fermata Piramide è salita una ghiandaia azzurra, che poi sarebbe scesa una fermata dopo. Quasi sicuramente è andata a farsi una beccata al Porto Fluviale e ha ordinato un hamburger con patate e un bel calice di Chianti che si sa, d’inverno aiuta a scaldare il petto. Ad ogni modo, pare che durante il tragitto la mia nuova amica si sia sentita in dovere di appollaiarsi sulle ginocchia per cinguettarmi qualcosa… cosa accadde a Scarborough Fair il giorno dopo quella strana notte del solstizio d’autunno.
Cavallo pazzo, Nuvola Rossa e Grande Arco avevano ripreso la caccia al bisonte insieme ad altri Arapaho del villaggio; Foresta di Acqua e Goccia di rugiada, invece, insegnavano alle più giovani di Scarborough Fair a conciare pelli e ad essiccare la carne di Pemmican. E poi c’erano le coltivazioni e i campi da sistemare per l’inverno. Compito di Lepre Veloce e Lupa Bianca, maestre di erbe medicinali, mais, patate e cereali. Gli Arapaho insomma erano tornati a vivere le loro giornate di sempre, e si preparavano a vedere i primi fiocchi di neve baciare la prateria.
Ma se gli indiani di Scarborough Fair avevano ripreso la vita di tutti i giorni, nel villaggio si continuava a respirare un’aria confusa e seducente, da cui era facile venirne pervasi. Era come se il vento che soffiava tra i rami del Grande Salice bisbigliasse i segreti di quella notte fatata. Segreti palpabili nell’imbarazzo tra Enapay e Aylen, quando la Stella del Mattino gli illuminò i volti mostrandogli che erano reali. Che erano davvero loro, che lo erano sempre stati. Veri e sinceri come forse non lo erano mai stati prima.
A malapena riuscivano a guardarsi ma la voglia di farlo era tanta e si sentiva ad ogni sospiro. Quelli di Enapay, poi, impossibile non sentirseli addosso. Impensabile ignorarli. Ricordavano quelli dei bisonti che correvano nelle praterie. Quei bisonti che davano speranza e vita al popolo dei pellerossa. La stessa vita e speranza che Enapay dava al loro viaggio, anche se solo con dei semplici sospiri.
Perché pare che i due giovani stessero per intraprendere un viaggio. Un incredibile e inaspettato viaggio senza neanche aver avuto il tempo di preparare i cavalli o guardare la bussola per scegliere il sentiero da percorrere. Non sapevano quale fosse la strada giusta da seguire o la forza che li spingeva ad avventurarsi in quel viaggio. Era come se il destino avesse fatto la sua puntata e li avesse messi su un cammino a senso unico.
Partirono in direzione Nord, inseguendo la stella più luminosa del cielo per non perdersi mai. Non ne conoscevano il motivo, ma avevano la sensazione che andare a Nord era come salire sempre più in alto, fino a toccare il cielo con un dito. Seppur ad ogni passo l’appetito veniva meno e non si staccava di dosso il fardello di una salita a cui non riuscivano proprio a rinunciare.
Alla luce del giorno era tutto più chiaro: per loro quel viaggio era la scelta da fare. La strada da seguire. Perché poi, alla fine, se non fosse stato il destino a decidere per loro e avessero davvero potuto scegliere non avrebbero mai preso una strada diversa da quella. Ma dove li avrebbe portati? Quale sarebbe stata la loro meta? Camminavano, correvano, si fermavano ma per andare dove? Sapevano che sarebbe stato un viaggio difficile (per non dire impossibile), di quelli con le ginocchia sbucciate, i morsi allo stomaco, gli occhi lucidi, le guance rosse, i canti alla luna ma con l’anima leggera e rigenerata. Aylen era attenta a mettere germogli di SassoFrasso ogni volta che una ferita segnava le mani forti e rassicuranti di Enapay. Lui, a sua volta, era pronto a puntare i piedi con Aylen quando il coraggio di proseguire veniva a mancare.
Ormai la decisione era presa. Mettendo in un angolo le paure, le incertezze e le difficoltà con cui avrebbero dovuto fare i conti, Aylen ed Enapay sarebbero partiti alla volta del Grande Spirito della Montagna, nascosto sulla cima più alta delle Rockies, per dare delle risposte a quella strana storia. Perché c’è qualcosa che la ghiandaia azzurra mi ha rivelato ma che ancora non vi ho detto. Ed è la ragione per cui Enapay e Aylen non potevano vivere la loro storia come qualsiasi altro Arapaho di Scarborough Fair.
Ma questa è un’altra avventura che vi racconterò, forse, un altro giorno. La metro ha appena annunciato la fermata Garbatella e la mia amica ghiandaia è volata via. Si sarà appollaiata sul Gazometro per decidere il da farsi. Sono sicura, però, che la rincontrerò presto e allora vi aggiornerò su tutto.
Nel frattempo, pensando ad Aylen ed Enapay, vi lascio una delle mie citazioni preferite di Emily Dickinson. Una cura per i sognatori più audaci e incalliti.
Se il coraggio ti è negato, va oltre il coraggio
Per saperne di più dall’inizio, date un’occhiata a Una storia da Scarborough Fair…
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