Zeppole di San Giuseppe: quei dolci ricordi al sapore di amarena…
Pare che tra un po’ sia San Giuseppe, la festa del papà. Il 19 marzo. Ma devo ammetterlo, non sono una grande tifosa della croce così come ce l’hanno raccontata in tanti secoli. Quindi il 19 marzo resta per me un giorno in cui ricordare un Giuseppe un po’ particolare, dallo scherzo facile e dallo sguardo tenero: mio nonno, nonché papà del mio papà, in arte nonno Peppone.

Il Peppone che ricordo era sempre pronto ad indossare gli abiti di una befana un po’ bizzarra, ai limiti dei trans, che la sera del 5 gennaio, dalla finestra, non faceva che chiedere di una bambina dal caschetto nero e dall’infanzia meravigliosa. Di tanto in tanto lanciava qualche cioccolatino dalla porta. Quei pochi che non aveva ancora “spizzicato” durante la pantomima.

Il Peppone che ricordo mi aspettava fuori al cancello degli altri nonni per caricarmi sul mitico pandino Fiat color bordeaux, riconoscibile per l’adesivo del sole che ride dei Verdi attaccato al vetro posteriore. Erano gli anni in cui la Panda rappresentava un must have della tipica famiglia media italiana.
Lui in quella macchina aveva dedicato particolare cura nel design, personalizzandola nella scocca al punto tale da ricordare una 500. Non è una cosa semplice e da tutti sia chiaro. È necessaria una certa personalità e intraprendenza al volante per conseguire certi obiettivi. Lui si annunciava sempre e comunque, il clacson era il suo tratto distintivo. Lo specchietto retrovisore un tocco glamour. Chi c’era c’era in strada. Se non avevi la prontezza di scansarti, peggio per te, te l’eri cercata. E ma insomma, più di una strombazzata uno come lo deve dire che sta arrivando?

Il Peppone che ricordo, dopo il mercato del venerdì, mi portava alle “fontane di Colombella” a bere acqua ghiacciata di fonte e a farne scorta fino al venerdì successivo. Sulla strada del ritorno, poi, mi permetteva di stare dietro in macchina. Ma dietro dietro. Nel bagagliaio intendo, senza naturalmente la copertura del vano bagagli. Perché così mi divertivo da matta, e perché anche così disegnavano la mia infanzia a colori su un vetro impolverato.
Il Peppone che raccontano era un rispettabilissimo maresciallo dei Carabinieri che, durante la Seconda Guerra Mondiale, portò un uomo dalla gamba rotta in spalla. Per chilometri. Per salvargli la vita. Perché lui la vita l’amava più di ogni altra cosa e non se la perdeva neanche per un minuto dietro a problemi che, forse, a qualcuno potrebbero sembrare insormontabili. Al Peppone che raccontano il carpe diem gli spicciava casa. Assaporava le giornate a cavallo della sua moto, senza mai lasciarsi indietro un buon bicchiere di vino (anche più di uno) e burle che non risparmiava mai a nessuno. Neanche alla cazzutissima età di 86 anni.

Il Peppone che ricordo non può che essere una guida, un mantra, per dare un sorriso in più a qualcuno che ancora non ha imparato quanto di bello ci può essere anche in un semplice ricordo. Queste zeppole sono per te, nonno. Una a me e una a te, come abbiamo sempre fatto.
Zeppole di San Giuseppe: ingredienti
- Farina: 200 g
- Zucchero: 60 g
- Cognac: un cucchiaio
- Olio di arachidi: q.b.
- Crema pasticcera: q.b.
- Amarena sciroppate: q.b.
- Sale: un pizzico
- Acqua: 400 g
Zeppole di San Giuseppe: preparazione
Versate in una piccola pentola dai bordi alti 400 g di acqua, lo zucchero, il cognac e un pizzico di sale. Portate ad ebollizione e togliete subito dal fuoco.
Gettate in un colpo solo la farina e con una frusta amalgamate sciogliendo eventuali grumi; quindi rimettete la pentola sul fuoco e fate cuocere per qualche minuto finché il composto sarà elastico e si staccherà dalle pareti formando una palla.
Trasferite l’impasto su di un piano di lavoro unto d’olio e formate tanti cilindri come per fare gli gnocchi, suddivideteli in pezzetti lunghi 10 cm, richiudete a ciambella, punzecchiate con i rebbi di una forchetta la sommità e friggete in abbondante olio caldo.
Una volta che le zeppole di San Giuseppe acquisiscono un colore dorato, scolatele e trasferitele su carta assorbente così che perdano l’unto in eccesso. Farcite le zeppole con un cucchiaino di crema pasticcera decorata, amarene sciroppate e cospargete di zucchero a velo.
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