Al Flover Garden Center di Bussolengo (VR) dicono di coltivare passioni. Io dico che coltivano gli stipendi di chi entra in questo luogo del peccato. Non saprei dirvi quanto è possibile fare l’abitudine ad un posto del genere. Ma vi confesso che mi tranquillizza molto il fatto di averlo a 400 chilometri da casa.
Il Flover crea decisamente dipendenza. E il fatto di averlo fatto scoprire alla mia amica mariamà, devo dirvi, mi fa sentire un po’ in colpa.
La mia prima volta al Flover è stato qualche giorno fa, in occasione di un weekend colto al volo per visitare Fiera Cavalli e riabbracciare i miei amici più cari.
Fortuna (o sfortuna nel caso dei rispettivi consorti) ha voluto che in quel weekend si inaugurava l’apertura del Flover-Villaggio di Natale. Un tripudio di luci e colori, dal rosso al dorato, e tante di quelle canzoncine natalizie che ti guidavano dritti alle casse. Ho fatto anche un pensierino sul portarmi via le “nordiche” commesse del Flover, vestite rigorosamente da elfi di Babbo Natale. Nel mio salotto, addobbato a festa così com’è, sarebbero state divinamente per l’ora del tè.
Con la testa tra le nuvole entriamo nel vero e proprio villaggio di Natale: uno spazio adibito a “villaggio” all’interno dello stesso Flover. I cari venditori del Flover sono talmente premurosi da volersi assicurare che non sfugga proprio niente, neanche la più piccola e indispensabile palla di Natale lasciata indietro.
Ogni metro del Villaggio di Natale è studiato secondo logiche a noi poco chiare ma dagli effetti deleteri e compulsivi. Decorazioni in legno, in stoffa e divise in base a varie tonalità di colori ti spingono a mettere nel cestino senza pensare alla cifra a tre zeri che ci aspetta alla cassa. Senza contare, poi, che non si riesce assolutamente a distinguere le decorazioni che meglio si addicono al proprio albero di Natale. Tutte sono fantastiche, tutte sono fondamentali. Il rischio è quello di addobbare un albero schizzofrenico ma dal valore milionario.
Per non parlare poi della zona “presepi”. Se non siete mai stati amanti del presepe, non temete: lo diventerete nel giro di una statuetta.
Il Flover vi spingerà a comprare un bue, un asino e un bastone grandezza naturale per vostro marito, per poi costringerlo a trasferirsi in una grotta, al freddo e al gelo, in attesa del 25 dicembre.
Al primo impatto la voglia di fare un baffo ai presepi napoletani potrebbe cogliervi impreparati, ma dopo uno spaesamento di pochi secondi apparirà tutto più chiaro. Vi serve il “necessario” per un presepe da viverci dentro. Il guaio è che al Flover riuscite a trovare tutto.
E quando dico tutto intendo il gel da barba per San Giuseppe, le scarpe di ricambio per Erode, la toletta per i Re Magi, il tosapecore professionale nuovo e usato per le pecore (pezzi forti di ogni presepe). Perché non si dica poi che le pecore del mio presepe siano con la messa in piega poco cotonata la notte del 24.
Insomma il Flover vi aiuta a realizzare un presepe che quasi verrebbe voglia di prendere il posto della battitrice di tappeti affacciata alla finestra.
Certamente un giro al Flover, sotto le feste natalizie, lo consiglio vivamente. Se, poi, una volta alle casse, uscite da quella trance natalizia in cui siete caduti e un brivido gelido vi corre lungo la schiena al suono del conto, fatevelo passare. Ormai quel che è fatto è fatto. In fondo che Natale sarebbe senza qualche acquisto qua e là?
Poco prima dell’uscita dal Villaggio di Natale, sulla sinistra, l’ultima tentazione: l’artista del legno Renzo Gaioni. Come rinunciare a quelle deliziose decorazioni in legno personalizzate da appendere all’albero?
Quella di Renzo Gaioni è una passione che va oltre le singole decorazioni e finisce in un’arte dalla memoria passata che prende vita dalle opere pirografiche di questo straordinario artista. Se vi piacerebbe visitare il mondo di Renzo Gaioni, date un’occhiata al suo sito: La pirografia di Renzo Gaioni.
No Comments