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Luigi Tenco: per saper se domani si vive o si muore

A cinquant’anni dalla morte di Luigi Tenco, quel 27 gennaio del 1967, continuano a vagarmi per la testa le parole di un cantautore dal cuore fragile e dalla voce sincera. Sono rimasti in pochi, gli artisti capaci di leggere tra le righe di un sentimento perpetuo e quanto mai incomprensibile.

Un sentimento che se non si fa attenzione a coltivarlo come si deve, arriva a sfiorare la banalità, anche solo nel pronunciarne il nome: Amore. La banalità del tipo “Dammi tre parole: sole, cuore, amore”, per intenderci.

Ma lui no. No, non lui. Luigi Tenco proprio no. Lui per le sue canzoni ha scelto parole semplici, questo sì, ma mai banali. E proprio perché semplici continuano ad insinuarsi tra le generazioni, offrendosi in prestito a chi richiede alla musica la forza e il coraggio di esprimersi.

E ripensando alle canzoni di Luigi Tenco, alle parole di cristallo che scalfiscono i ricordi, ne è venuta fuori una lettera. Una lettera che, in realtà, è un medley senza note di alcune tra le canzoni che preferisco di Tenco. Un medley di parole, in ordine sparso, ed emozioni che hanno dato vita ad un pensiero d’amore. Un pensiero da leggere ma, in particolare, da realizzare. Un pensiero da vivere. E pure in fretta.

Buon Tenco a tutti… e che l’amore vi sia clemente e lieto

La solita strada, bianca come il sale. Il grano da crescere. I campi da arare. Guardare ogni giorno se piove o c’e’ il sole, per saper se domani si vive o si muore e un bel giorno dire basta. E andare via. In qualche parte del mondo, una capanna tra gli alberi, sopra una piccola spiaggia, accarezzata dal mare. In qualche parte del mondo, là nel silenzio di un angelo, vola tra gli alberi e il cielo, l’eco di note lontane.

Ho capito che ti amo quando ho visto che bastava un tuo ritardo per sentir svanire in me l’indifferenza. Per temere che tu non venissi più. Ho capito che ti amo, quando ho visto che bastava una tua frase per far sì che una serata come un’altra cominciasse per incanto a illuminarsi.
Tu non hai capito niente di come sono io, e di come ti amerei di più se una volta fossi tu a cercarmi. Tu non hai capito niente, stai lì ad aspettare devo sempre essere io il primo a chiedere l’amore.
E pensare che poco tempo prima, parlando con qualcuno, mi ero messo a dire che oramai non sarei più tornato a credere all’amore. A illudermi. A sognare.

Poi appena ti stringo una mano tra le mani, allora tutto cambia. Tu diventi uguale a me, ma è già un’altra cosa. Non è più la stessa cosa. È il primo passo che vorrei da te.
Mi sono innamorato di te e adesso non so neppure io cosa fare. Il giorno mi pento d’averti incontrata; la notte ti vengo a cercare.

Quando la sera me ne torno a casa non ho neanche voglia di parlare. Tu non guardarmi con quella tenerezza come fossi un bambino che ritorna deluso. Sì, lo so che questa non è certo la vita che hai sognato. Un giorno per noi vedrai, vedrai vedrai che cambierà. Forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà.

Talvolta socchiudo gli occhi, e m’illudo d’essere con te sulla sabbia, ad ascoltare la voce del vento.
In qualche parte del mondo, noi due soltanto tra gli alberi, là dove c’è una capanna, presso la riva del mare.
Ed ecco che poi Ho capito che ti amo. E già era troppo tardi per tornare. Per un po’ ho cercato in me l’indifferenza, poi mi son lasciato andare nell’amore.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao.

Per chi fosse un nuovo affiliato alla musica di Luigi Tenco e non avesse riconosciuto le canzoni in queste parole, vi indico i titoli da cui sono state tratte. Così magari diamo una bella ripassata a ciò che è Musica, per davvero.

  • ciao amore ciao
  • vedrai vedrai
  • in qualche parte del mondo
  • tu non hai capito niente
  • ho capito che ti amo
  • mi sono innamorato di te

Nel frattempo…

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