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Nel blu di Favignana

foto Weekend a favignana

Se chiudo gli occhi lo vedo ancora. Quasi lo sfioro con le dita. Eccolo lì, ad un palmo dal naso: il mare di Favignana. Il sogno di Favignana sarebbe dovuto iniziare quando una frotta di persone, sbarcate prima di me sull'”isola che c’è”, non facevano altro che ripetermi “Ah Favignana: una meraviglia”. E io invece no. Tosta come il carburo di tungsteno e diffidente come una talpa dal muso stellato, rispondevo: “E vabbè non sarà certo più blu del mare thailandese o di quello egiziano di Marsa Alam”.

foto favignana

La risposta me la sono data appena messo piede sull’isola di Favignana. Sciocca. Sciocca. Sciocca come una maturanda che non si fa di coca cola prima della terza prova.

Approdati a Favignana con un “leggero” ritardo, appena dopo le 13:00 (causa il mancato risveglio dopo i bagordi matrimoniali dell’anch’essa amica maritata), obiettivo primario era correre più veloce degli altri per raggiungere il primo noleggiatore di bici in porto. Tale noleggiatore, caso ha voluto, che avesse disponibili due ultime mountain bike. Momento di gaudio e di grande soddisfazione nel sapere che, almeno stavolta, le gazzelle hanno corso più del leone per non farsi ciulare le biciclette. Che, poi, le gambe erano già da buttare prima ancora di montare in sella questo è un altro discorso ancora.

foto marasolo, favignana

Ora, però, una cosa ve la voglio dire, ma dal profondo dell’animo. Non fate gli stronzi come noi e conservate il fiato per il resto della giornata, che di noleggiatori di bici ce ne sono a volontà in porto. Vi basterà prendere la salitina che costeggia il porto per trovare tutte le bici che volete. E se proprio metà Sicilia ha deciso di andare a farsi una pedalata a Favignana, affittate lo scooter, che si sta più comodi e il sole lo prendete lo stesso.

Ma ormai era fatta. Avevamo le bici. La sicurezza e la spavalderia del mio stato fisico eccelso era con me. Dopotutto due mesi di palestra dovevano pur essere serviti a qualcosa, no?

Diamo inizio al tour di Favignana: Marasolo

Il tour iniziato dal porto dell’isola procede per viuzze, sensi unici e divieti di transito per una parte del paese, alla ricerca della direzione giusta per la prima tappa del tour. Marasolo e Punta Lunga. Non so né come né perché, quindi non azzardatevi a chiedermelo, ma siamo riusciti ad arrivare a Marasolo.

foto marasolo, favignana

Qui, è scoccata la prima freccia di Cupido, senza sapere che il blu di Marasolo sarebbe stato nulla rispetto a pochi metri più avanti.

foto marasolo, favignana

Calamoni, Cala Azzurra e Punta Marsala…

Un lungo e profondo respiro di salsedine, una prima sgranchita di gambe (neanche arrivassimo dal Tour De Suisse) e si riparte verso sud. Prossima fermata: Calamoni, Cala Azzurra e Punta Marsala.

Lido Burrone: approdo sereno per famiglie

Se avete in mente di godervi il mare di Favignana su una costa “comoda”, dalla sabbia fine e bianca, lo stabilimento migliore per fermarsi è sicuramente Calamone e, in particolare, Lido Burrone, dove le meravigliose calette e una serie di scogli, riparano la zona dai venti di tramontana.

Ecco perché è meta ideale per felici famigliole tranquille. Bambini annessi.

foto cala azzurra, favignana

Avevo il sospetto che il mio compagno di viaggio avrebbe rapito un bambino spacciandolo per suo pur di fermarsi a ritemprarsi lì. Ma la nostra pedalata doveva continuare, senza mai perdere di vista l’obiettivo: girare l’intera isola in quella manciata di ore che ci restavano. Anche se iniziavo ad accusare (stranamente direi) una certa fatica muscolare alle gambe…

foto cala azzurra, favignana

La spiaggia di Cala Azzurra

Ma avanti, imperterriti. Si riparte, verso spiagge dove non erano i bambini a comandare sfoderando palette e minacciandoti con secchielli. Ci affacciamo a Cala Azzurra: spiaggia perfetta per tutti ma troppo frequentata per i nostri gusti. Per arrivare a Cala Azzurra la strada asfaltata è in discesa, ma vi consiglio di fare una sosta di 15 minuti prima di affrontare la salita di ritorno.

Next stop: Punta Marsala

foto punta marsala, favignana

È proprio qui che vi innamorerete di nuovo di questa isola dalle calde tonalità di blu. Sarete colpiti da un romanticismo senza pari. E vi farete mettere un braccio intorno al collo da Il vecchio e il mare di Hemingway. Ripensando a quando Il vecchio si svegliò e si mise in mare ― quel mare a cui egli “pensava sempre come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. La luna lo fa reagire come una donna, pensò.”

Il vecchio sognava i leoni. Mentre io mi godevo la musica delle onde che suonavano solo per noi.

E si rimonta in sella, purificati da quel blu che ci faceva sentire sazi e appagati come pochi. Le gambe, ormai, si erano lasciate andare ad un urlo di vendetta senza fine. Ma si va. Direzione Cala Rossa e Punta San Vituzzo.

In quello stacco finale di salita mi sembrava di vedere gli Avengers che combattevano al mio fianco, chiedendo venia ai loro poteri per una spinta fino al porto.

E ce l’abbiamo fatta! Giunti finalmente in porto.

foto porto di favignana

Ma la meraviglia più grande fu per me quella di scoprire che la mia bicicletta aveva le marce. Era una bicicletta “moderna”, capite!? Una vera e propria mountain bike, capite!? E io talmente tanto accecata da quel maledetto mare di Favignana ho pedalato per metà isola in quarta marcia. Quarta marcia. Quarta marcia. Quarta marcia. E qui chiudo.

Cala Rotonda, Cala grande e giù fino a Punta sottile

foto cala rotonda, favignana

A quel punto, dopo la giubilare notizia che la bicicletta era mia alleata, abbiamo deciso di rimontare in sella per visitare la parte sud-ovest di Favignana. Assolutamente da non perdere. E quindi Cala Rotonda, Cala grande e Punta sottile. Giusto in tempo per catturare la luce migliore della giornata e fare qualche scatto.
Date un po’ un’occhiata va…

Una carezza agli scogli di Cala grande e si torna verso il porto. Verso casa. Le ginocchia infiammate di rosso e il blu di Favignana che non mi lascia più.

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