Preambolo
Wikipedia definisce così il mio lavoro:
Web Content: figura professionale che si occupa della progettazione dei contenuti di siti internet. Una figura che ha un’ampia conoscenza del mezzo internet dal punto di vista tecnico, esperta di immagine e della tecnica di scrittura dei testi per il web e dotata di una buona dose di creatività.
Non sono poche le volte in cui mi sono trovata in seria difficoltà a dover spiegare gli eventi più disparati. Ricordo, ad esempio, quando in viaggio verso il Montana ho dovuto spiegare alla coppia di non giovanissimi signori canadesi con cui viaggiavo, che lo scadere dei 28 giorni era arrivato prima del tempo e che avremmo dovuto trovare uno shop nel giro di pochi minuti.
Oppure ricordo di quando quel giorno al Liceo, poco prima di entrare in classe, io e altri amici presi da un raptus di salvezza, decidemmo di fare filotto e caricai un’amica senza casco sul motorino. Neanche 50 metri dopo il fischio del primo vigile a cui eravamo riuscite a sfuggire, che ne spunta fuori un altro (forse da un tombino, non saprei), in mezzo alla strada a sbracciarsi come un’istruttrice di zumba per farmi fermare e scendere dalla “Poderosa”.
Quel giorno rincasai con 100 euro di multa e scooter sequestrato per un mese. Provate voi a raccontare l’accaduto, dall’inizio alla fine, a due genitori che ti reputano (suppergiù) una personcina per bene.
Ma credetemi, vi prego credetemi, mai mi sono trovata così in difficoltà come quando ho dovuto spiegare ai miei nonni che lavoro facessi. Ho cercato di raccogliere le idee, ma proprio tutte. Anche quelle che ancora non mi sono venute. Ho chiuso gli occhi, preso un bel respiro e fatto la prima mossa.
IO-TENACE: Nonno, la mia professione viene definita “web content” e “social media manager”. Ma tranquillo ora provo a spiegartelo meglio perché detta così, non sembra neanche a me essere il mio lavoro.
NONNO-AVANGUARDISTA: … (strabuzza un po’ gli occhi)
IT: Nonno lavoro sui siti web di un canale di cucina: Alice, canale 221 del tuo televisore. Ecco, guarda ti faccio vedere il canale… (puntualmente dà il nero perché giù da me la frequenza è alle volte ballerina).
Le teoria del web-chef on the line
IT: nonno, io però, non lavoro alla parte televisiva. “Faccio le ricette sul sito internet” (parole-basic ≈ comprensione-agevolata).
NA: ma nel senso che le vai a cucinare? E dove di preciso, a Roma? Vedrai quando lo dirai a nonna tua quanto sarà fiera di te: tutto il giorno a spignattare!
Spadellamenti on the line a suon di emoticons
La teoria della giornalista fallita
IT: vabbè nonno, tralasciando un attimo la mansione, ma hai capito quindi dove lavoro?
NA: e sì, sul canale di cucina! Ma ti trovo nei titoli di coda dei programmi?
IT: veramente no nonno, perché io mi occupo della parte web, che si sa, è quella un po’ fantasma, un po’ in ombra, quella che sta sempre dietro le quinte. Quella che pare non conti mai un cazzo insomma.
NA: in che senso scusa?
IT: allora nonno, tu in televisione vedi i programmi, sul computer i siti internet. Ebbene, io scrivo ricette, articoli, advertorial che poi sarebbero la pubblicità, su internet.
NA: fai il lavoro dei giornalisti ma né in televisione né sul giornale. Bella di nonno…a nonno puoi dirlo su…come giornalista-giornalista, quella vera dico, non hai trovato niente eh?
La teoria della venditrice call center
IT: vabbè nonno che c’entra, c’è chi sceglie di scrivere sui giornali e chi decide di lavorare su internet. Sono due lavori diversi.
NA: mhhh. Sarà.
IT: e poi nonno non è che faccio solo ricette e articoli eh. Organizzo il sito, scelgo contenuti, svolgo delle ricerche accurate sui trend del momento…
-mi interrompe bruscamente-
NA: no ti prego, non dirmelo: ma mica sarai una di quelle che chiamano al telefono di continuo, a pranzo, a cena, di notte, per chiedermi se voglio una fornitura di vini rossi o per convincermi a cambiare servizio elettrico? Vi ricordo che sono astemio e che sono munito di pannelli fotovoltaici! Quante volte ve lo devo dire?!
La teoria del #sociale
IT: Va bene nonno, dai, lasciamo stare questi siti che forse non ti convincono troppo. Ti racconto un’altra piccola parte del mio lavoro: la gestione dei social network.
NA: …
IT: Io mi occupo anche dei social nonno. Hai mai sentito parlare di Facebook?
NA: Fess de che?
IT: ok. Capito. Hai presente, nonno, quel cancelletto che si mette davanti ad alcune parole e che, spesso, compare su riviste o nei programmi televisivi? Significa che grazie ai social e a quel cancelletto messo davanti a determinate parole, anche tu puoi dire la tua, partecipando ad una discussione, talvolta accorata, con altre persone del web.
NA: Ah bene. Quindi ti occupi di un centro sociale chiamato cancelletto?
IT: si nonno, effettivamente è così e sta dalle parti dell’Infernetto. Conosci?
NA: e sì, ci passai varie volte per fare diversi lavori anch’io da quelle parti.
IT: oh ecco, vedi che poi alla fine torna sempre tutto?
La generazione successiva non pensate sia migliore. Mia madre, dopo tanti tentativi andati in fumo, alla fine, ha smesso di chiedermi e di chiedersi che lavoro faccio. Adoro il pragmatismo femminile.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Come nei migliori film di denuncia.
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